Pulizia impianti di riscaldamento: strumenti e tecniche per prevenire la corrosione

Dopo alcuni anni di utilizzo gli impianti di riscaldamento possono presentare i seguenti problemi:

  1. Termosifoni che non scaldano
  2. Strani gorgoglii dalla caldaia
  3. Acqua sporca all’interno del circuito
  4. Termosifoni freddi in basso

 

È quindi necessario fare un’adeguata prevenzione sull’impianto di riscaldamento per evitare questo tipo di inconvenienti che possono essere dovuti a fenomeni di corrosione.

acqua corrosiva

L’acqua è corrosiva?

Se l’impianto è stato realizzato rispettando tutte le leggi e le norme, il responsabile di tutti questi problemi è in effetti l’acqua, che può diventare corrosiva per l’impianto in alcuni casi.

All’interno di un impianto di riscaldamento – quando lo si mette in funzione per la prima volta – le caratteristiche chimico fisiche dell’acqua cambiano.

Quella cosa che noi comunemente chiamiamo acqua, in realtà non è solo H2O. In essa possiamo trovare sali disciolti e impurità solide. Esiste un decreto legislativo che stabilisce i requisiti di potabilità dell’acqua (D.M. 31 del 2/2/2001), ma questo decreto è riferito alla salute umana e non ai danni che l’acqua può creare ai nostri impianti.

I problemi derivati dall’acqua negli impianti di riscaldamento

termosifoni freddi in basso
L'accumulo di depositi inorganici compromette l'efficienza di un impianto di riscaldamento

Nell’acqua sono disciolti il bicarbonato di calcio e di magnesio, sali innocui per la salute.

 

Tuttavia, quando si scalda un’acqua ricca di questi sali all’interno del nostro impianto di riscaldamento, il bicarbonato di calcio si trasforma in carbonato di calcio ­– che non è solubile in acqua – e origina incrostazioni

 

Ma il problema non finisce qui. Da questa reazione chimica si sviluppa CO2 (anidride carbonica) che, reagendo con l’acqua dell’impianto, forma l’acido carbonico e va a corrodere il metallo delle tubazioni. 

 

 

Lo stesso vale per le impurità solide (granelli di sabbia) che non sono un problema per la salute umana, ma che circolando all’interno dell’impianto di riscaldamento svolgono un’azione corrosiva (per abrasione) di tipo meccanico. 

 

Quando si formano questi depositi, cominciano anche a nascere i primi problemi: termosifoni che non scaldano, gorgoglii dalla caldaia ecc.

Essendo questi depositi molto più pesanti dell’acqua, si fermano nella parte inferiore dell’elemento radiante, riducendone la circolazione e lo scambio termico; è per questo motivo che spesso i termosifoni sono freddi in basso.

 

Con il passare del tempo questi depositi aumentano fino ad arrivare a bloccare la circolazione dell’acqua calda all’interno dell’impianto.

Perché utilizzare un inibitore di corrosione su un impianto nuovo?

Se l’impianto è nuovo, dobbiamo utilizzare un inibitore di corrosione per gli impianti di riscaldamento. Gli inibitori di corrosione sono a base di sostanze chimiche che proteggono i metalli, realizzando una patina che impedisce il contatto diretto tra l’acqua e il metallo ed evitando così la corrosione di quest’ultimo. Non è solo un consiglio, ma un obbligo legislativo.

 

Il D.M. 26/2015 recita infatti: «Tutti gli impianti di riscaldamento (climatizzazione invernale) indipendentemente dalla potenza del generatore di calore e indipendentemente dalle caratteristiche chimico fisiche dell’acqua necessitano del condizionamento chimico».

Gli inibitori di corrosione hanno effetto su impianti datati?

Se l’impianto è vecchio (e sono sufficienti sei mesi di contatto tra acqua e metallo per innescare fenomeni corrosivi e renderlo tale), prima di additivare l’acqua con l’inibitore di corrosione è necessario provvedere a un lavaggio professionale dell’impianto di riscaldamento. Questo perché l’inibitore non è in grado di realizzare la patina protettiva su metalli già ossidati.

 

Il lavaggio impianti consiste nell’introdurre sostanze chimiche in grado di sciogliere gli ossidi metallici e tenere in sospensione i fanghi che si sono formati. Se poi l’impianto è a bassa temperatura (impianti a pavimento), è necessario anche lavare l’impianto con dei prodotti in grado di rimuovere i depositi organici che si formano in questa tipologia di impianti.

Pulizia impianti di riscaldamento: i diversi metodi per effettuare il lavaggio

  1. Aggiungere i prodotti direttamente nell’impianto, previo risciacquo, tenere in circolo la soluzione chimica per alcuni giorni e successivamente scaricare il tutto, risciacquare e additivare l’acqua di riempimento con l’inibitore di corrosione.
  2. Utilizzare una pompa per lavaggio impianti esterna che, avendo caratteristiche superiori di portata e di prevalenza, velocizza notevolmente la tempistica del lavaggio. In questo caso, dopo il risciacquo iniziale, fare circolare la soluzione chimica (per mezzo della pompa esterna) per 4-6 ore, scaricare il tutto, risciacquare e additivare l’acqua con l’inibitore di corrosione. In questa modalità, oltre a velocizzare tutta l’operazione, il risultato del lavaggio impianti è sicuramente migliore, in quanto si riescono a rimuovere quei depositi che con le sole caratteristiche di portata e prevalenza del circolatore non vengono solitamente rimossi.

Il lavaggio degli impianti di riscaldamento, oltre a risolvere i problemi di circolazione dell’acqua al suo interno (i termosifoni non scaldano, si sentono rumori e gorgoglii ecc.), ripristina le caratteristiche iniziali dell’impianto, apportando un risparmio energetico notevole che permette all’utente di ammortizzare la spesa del lavaggio nei primi due anni di funzionamento dell’impianto e di ritrovare il comfort di un impianto nuovo.

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