Dopo alcuni anni di utilizzo gli impianti di riscaldamento possono presentare i seguenti problemi:
È quindi necessario fare un’adeguata prevenzione sull’impianto di riscaldamento per evitare questo tipo di inconvenienti che possono essere dovuti a fenomeni di corrosione.
Se l’impianto è stato realizzato rispettando tutte le leggi e le norme, il responsabile di tutti questi problemi è in effetti l’acqua, che può diventare corrosiva per l’impianto in alcuni casi.
All’interno di un impianto di riscaldamento – quando lo si mette in funzione per la prima volta – le caratteristiche chimico fisiche dell’acqua cambiano.
Quella cosa che noi comunemente chiamiamo acqua, in realtà non è solo H2O. In essa possiamo trovare sali disciolti e impurità solide. Esiste un decreto legislativo che stabilisce i requisiti di potabilità dell’acqua (D.M. 31 del 2/2/2001), ma questo decreto è riferito alla salute umana e non ai danni che l’acqua può creare ai nostri impianti.
Nell’acqua sono disciolti il bicarbonato di calcio e di magnesio, sali innocui per la salute.
Tuttavia, quando si scalda un’acqua ricca di questi sali all’interno del nostro impianto di riscaldamento, il bicarbonato di calcio si trasforma in carbonato di calcio – che non è solubile in acqua – e origina incrostazioni.
Ma il problema non finisce qui. Da questa reazione chimica si sviluppa CO2 (anidride carbonica) che, reagendo con l’acqua dell’impianto, forma l’acido carbonico e va a corrodere il metallo delle tubazioni.
Lo stesso vale per le impurità solide (granelli di sabbia) che non sono un problema per la salute umana, ma che circolando all’interno dell’impianto di riscaldamento svolgono un’azione corrosiva (per abrasione) di tipo meccanico.
Quando si formano questi depositi, cominciano anche a nascere i primi problemi: termosifoni che non scaldano, gorgoglii dalla caldaia ecc.
Essendo questi depositi molto più pesanti dell’acqua, si fermano nella parte inferiore dell’elemento radiante, riducendone la circolazione e lo scambio termico; è per questo motivo che spesso i termosifoni sono freddi in basso.
Con il passare del tempo questi depositi aumentano fino ad arrivare a bloccare la circolazione dell’acqua calda all’interno dell’impianto.
Se l’impianto è nuovo, dobbiamo utilizzare un inibitore di corrosione per gli impianti di riscaldamento. Gli inibitori di corrosione sono a base di sostanze chimiche che proteggono i metalli, realizzando una patina che impedisce il contatto diretto tra l’acqua e il metallo ed evitando così la corrosione di quest’ultimo. Non è solo un consiglio, ma un obbligo legislativo.
Il D.M. 26/2015 recita infatti: «Tutti gli impianti di riscaldamento (climatizzazione invernale) indipendentemente dalla potenza del generatore di calore e indipendentemente dalle caratteristiche chimico fisiche dell’acqua necessitano del condizionamento chimico».
Se l’impianto è vecchio (e sono sufficienti sei mesi di contatto tra acqua e metallo per innescare fenomeni corrosivi e renderlo tale), prima di additivare l’acqua con l’inibitore di corrosione è necessario provvedere a un lavaggio professionale dell’impianto di riscaldamento. Questo perché l’inibitore non è in grado di realizzare la patina protettiva su metalli già ossidati.
Il lavaggio impianti consiste nell’introdurre sostanze chimiche in grado di sciogliere gli ossidi metallici e tenere in sospensione i fanghi che si sono formati. Se poi l’impianto è a bassa temperatura (impianti a pavimento), è necessario anche lavare l’impianto con dei prodotti in grado di rimuovere i depositi organici che si formano in questa tipologia di impianti.
Il lavaggio degli impianti di riscaldamento, oltre a risolvere i problemi di circolazione dell’acqua al suo interno (i termosifoni non scaldano, si sentono rumori e gorgoglii ecc.), ripristina le caratteristiche iniziali dell’impianto, apportando un risparmio energetico notevole che permette all’utente di ammortizzare la spesa del lavaggio nei primi due anni di funzionamento dell’impianto e di ritrovare il comfort di un impianto nuovo.
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